lunedì 25 luglio 2011

L'esperienza da volontaria di Martina

Io...volontaria tra la carta in cacca d'elefante e l'ubuntu cola
Volontariato.
Cosa intende per volontariato uno studente di terza superiore a cui viene proposto di fare quest'esperienza?
Pensa all'avap, all'avis, a vip (clown di corsia)...non pensa al mondo dell'equo e solidale.
Perchè?
Perchè l'equo e solidale è un tipo di commercio, il che si associa a un negozio...e per fare la commessa a diciassette anni preferiresti essere pagata...magari nemmeno immagini che ci sono negozi che vanno avanti in parte grazie a volontari che a turno si rendono disponibili per stare in negozio.
Conoscevo già la realtà della cooperativa "Vagamondi" e della bottega "Cose dell'altro mondo" di Formigine, quindi quando sull'opuscolo delle associazioni dove prestare volontariato ho letto il nome, non ho avuto dubbi sulla decisione.
All'inizio il mio desiderio, lo ammetto, era un'altro: volontariato come clown di corsia, ma dato che per svolgere quest'attività si deve essere maggiorenni ho dovuto optare per qualcos'altro...e quel qualcos'altro era la mia seconda opzione fin da subito.
Lavoravo sempre affiancata ad un altro volontario, che mi spiegava cosa fare, cosa riordinare, le varie storie dietro ai prodotti ecc.
Le botteghe dell'equo & solidale sono stupende.
Entri e trovi di tutto: dai vestiti ai giocattoli, dai libri all'arredamento, dal cibo alle bomboniere.
Tutto quello che può essere prodotto in maniera sostenibile lo trovi li, e dietro ogni prodotto c'è una storia.
Ci sono le cioccolate modicane prodotte dall'associazione Don Puglisi, la carta in cacca di elefante e i fiori in corda di cocco dallo Sri Lanka, l'Ubuntu Cola e la pasta prodotta da Libera Terra.
Ci sono libri sul vivere sostenibile, sul vivere verde, sul vivere in armonia.
Ci sono strumenti musicali, anelli, collane, borse incensi e pedane.
C'è un po' di tutto e tutto incanta.
Entri e resti li, impietrito, catturato dalla magia di questo negozietto un po' freddo, a volte un po' vuoto ma con tante storie da raccontare.
Entri e quando finisce il turno ti dispiace sempre un po'.
E così ti riprometti di continuare, anche dopo che il periodo di stage per la scuola sarà finito...
E ho deciso che continuerò..appena potrò.

Martina, studentessa di 17 anni.

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